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Athleta Magazine, un altro modo di raccontare lo sport.
Un progetto editoriale italiano per cui tifare.

Athleta è un nuovo, raffinato magazine con uscita semestrale che racconta il mondo dello sport attraverso la fotografia, sia autoriale che di reportage. Nasce da un progetto di Giovanni Gallio e Sara Capovilla, 40 e 32 anni, con la collaborazione dell’art director Alessandra Pavan e di Francesco Costantino, autore dei testi. Tutti veneti, per origine  o per adozione, dislocati tra Verona, Venezia e Padova. Format, cura grafica, qualità della carta e particolarità dei contributi lo rendono un prodotto di alto profilo internazionale, al quale auguriamo lunga vita e posizionamento ad altezza occhi negli scaffali  delle migliori librerie specializzate, in una trentina (delle quali 7 in Italia) è già peraltro distribuito. Giovanni Gallio durante il nostro incontro cita con molto orgoglio il celeberrimo Magma, negozio londinese di culto, nel quale il riscontro da parte del pubblico è stato di immediata attenzione. Il primo numero, datato marzo 2017, ha avuto una tiratura di 500 pezzi, mentre per il secondo, tra poco in uscita, si prevede un incremento a 750.

“Imagery of Sporting Culture” è il pay-off della testata, che in sé è una dichiarazione di amore appassionato per lo spirito agonistico, soprattutto nel superamento del limite, del rischio e dello sfida contro se stessi. Lo sport che viene raccontato è spesso lontano dai media e dai grandi numeri del business, ma fonte di di storie emblematiche e di forti emozioni. “Abbiamo provato a proporre inizialmente il progetto alla Gazzetta dello Sport” ci racconta Giovanni “ma ci hanno subito detto che era troppo di nicchia e non aveva un appeal sufficientemente commerciale. Noi però avevamo avuto l’idea di realizzarlo proprio grazie alla conoscenza per ragioni professionali di una serie di numeri uno, di gente al top della propria disciplina ma che a fatica riusciva a garantirsi un tenore di vita accettabile. Così, siamo partiti da zero, da principianti assoluti e forse anche sprovveduti, senza che nessuno ci avesse prima insegnato nulla sull’editoria specializzata. Un libro bianco e una sfida totale per quattro neofiti”. Il risultato è un prodotto in cui racconti intensi sono in equilibrio con un’estetica patinata.
The First Issue comprende sei storie molto differenti tra loro, con una produzione in casa (Bebe Vio raccontata dagli stessi Gallio e Capovilla) e storie relative al ciclismo (l’Eroica  nel bianco/nero di Nick Clemens, il culto del playground statunitense, l’arrampicata nordica, la boxe birmana/ lethwei e il football americano). La selezione è avvenuta con una ricerca metodica su scala mondiale e contatti avvenuti attraverso Instagram e la rete. I testi hanno un peso minoritario rispetto alle immagini e sono in italiano e in inglese.
Incalzato dalle domande su fonti di ispirazione e punti di riferimento, Giovanni ci illustra un Pantheon di tutto rispetto: “Tra i fotografi stimo incondizionatamente Ryan McGinley, che partendo dalla street photography è arrivato a progetti artistici di altissimo profilo. Italiani? Massimo rispetto per Paolo Pellegrin. Per metodo e approccio umano, apprezzo moltissimo Nick Clemens, con cui ho avuto il piacere di collaborare anche prima di Athleta. Ho studiato molto in questi ultimi anni il mondo dei magazine e, tra i generalisti, per stile e rigore, il mio preferito è Cereal. Cito anche Foam e il tedesco Der Greif. Tra quelli sportivi, impossibile prescindere da Victory Journal, Racquet e anche dall’italiano 11, che  è un bel caso editoriale. Sempre in ambito nazionale, Sirene, il magazine dedicato al mare”.
La storia della migliore comunicazione contemporanea è legata da decenni ai brand dello sport. “E’ quasi impossibile dire quale dei brand sia il migliore in ciò che propone; tutti i grandi hanno avuto dei picchi straordinari di creatività e performance esecutive. Se devo proprio pensare a quella che più mi ha emozionato, penso alla prima campagna di Nike in Italia, con uno scatto del traguardo di una gara di corsa ad Atlanta, risalente al 1978. Tanta è la forza dell’immagine di Chuck Rogers, tale la capacità di rappresentare lo spirito sportivo,  che il fatto che la maggior parte dei  protagonisti indossi scarpe Adidas passa in secondo piano. E’ appesa nel mio studio”.
Il prossimo numero della rivista prevederà dieci storie, di cui tre a firma italiana. Ci sarà anche la presenza di un illustratore, il giovane Alfred Basha. Il costo della testata, che per il momento non prevede ancora raccolta pubblicitaria, è di 15 Euro. Il sito sarà anche dedicato al racconto di storie specifiche e di contenuti speciali, non presenti nella versione cartacea.
“La più grande icona sportiva di tutti i tempi? Nessun dubbio: Mohammed Alì. Lo dico, forte della lettura di quattro sue biografie.” sentenzia Giovanni. Per chiudere, come dimenticare la colta citazione virgiliana nella parte bassa della copertina, simmetrica rispetto alla testata? Gesta Virumque Cano.