Dietro i cambiamenti ci sono le idee e le strategie ma soprattutto le persone. In un quadro generale in cui parole come rinnovamento e supporto alle energie creative sembrano essere un ossimoro, la vocazione passionale di singoli individui con il relativo traino e coinvolgimento di sparuti eserciti di volontari e “credenti” trasformano la presa d’atto in stupore. Perché a Roma, in questo momento, il cambiamento vero dello status quo avviene spesso attraverso atti e gesti di alcuni coraggiosi e impavidi piccoli imprenditori idealisti.
Perciò abbiamo deciso di parlare con due di loro in un dialogo corale, quasi per capitalizzare l’effetto farfalla dei loro interventi indipendenti sul territorio: Alin Costache di Wave Market e Salvatore Solko di Paper. In entrambi i casi si tratta di eventi con alcuni mesi di vita alle spalle ma con una precisa identità e visione, seppur in fieri.
Vogliamo giocare con il nome della città e farlo diventare un acronimo di queste iniziative dal basso?
R come risposta/resistenza/resilienza allo stato delle cose.
O come Ostia, la scelta di Wave Market di presidiare un luogo magnifico come un serra e di valorizzare il proprio territorio di origine.
M come market/mix di espositori, prodotti indipendenti, stili di vita, laboratori per bambini, offerte culturali e gastronomiche.
A come artigianato/atmosfera/attitudine.