“L’idea è  quella di creare un pattern che non si sviluppi solo sul piano orizzontale ma anche in profondità, grazie ad un effetto zoom dei vari elementi” è stato il suo esordio. “Voglio offrire al pubblico in visita, ma anche a quello successivo, sul web, tre piani di  lettura: da lontano si visualizza il volto di una tigre, il quale è  formato a sua volta da cinque tigri con all’interno striature che richiamano i volti di altre tigri. Il tutto in maniera speculare, quasi come se le tigri si affrontassero tra loro”. Contare le tigri non è solo un altro scioglilingua linguistico ma un esercizio di abilità visiva.

Infine il monogramma, che si alterna alle tigri e che vuole esprimere lo stesso concetto: confrontando le due “t” e ricordando la bocca aperta del felino, dove le grazie della lettera sintetizzano i denti.