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Morena Tamborrino
The Urban Effect

L’ universo di Morena Tamborrino è fatto di esplosioni geometriche di colori che, arginate, diventano soggetti spesso ispirati al suo territorio, la Terra delle Gravine, una vasta area tra Puglia e Basilicata, nella quale corrono i Grand Canyon più profondi d’Europa. I suoi temi privilegiati sono animali, piante, ma anche i centri storici che sorgono sui cigli di questi dirupi: “C’è un gioco ostinato di incastri che caratterizza l’urbanizzazione dei luoghi della Terra delle Gravine. I Sassi di Matera ne sono un esempio”.

Nasce così la serie The Urban Effect e il pattern dedicato ad Italianism, con il quale l’artista si cimenta nella rappresentazione personale e astratta dei volumi urbani di Matera, Capitale Europea della Cultura 2019. E lo fa con un omaggio alle sue geometrie labirintiche e alla sua stratificazione millenaria, che attraversa epoche e civiltà, imponendosi monumentale, quasi straniante, allo sguardo del visitatore.

Nata a Lecce e cresciuta a Laterza (Ta), cittadina nota per la produzione di maiolica seicentesca e vicinissima a Matera, Morena Tamborrino si forma nel mondo del teatro di ricerca. Approda all’illustrazione nel 2015 con il progetto Morena Tamborrino Illustrazioni, organizzando mostre personali, lanciando una sua linea di T-shirt e collaborando con diverse aziende, sia in Italia che a Parigi.

Morena illustra su carta avvalendosi di pennarelli indelebili affinché ogni gesto risulti irreversibile, adoperando solo 7 colori. “Inizialmente ero in difficoltà poiché nella provincia pugliese, a differenza delle metropoli, riuscivo a trovare solo un numero limitato di pennarelli… un limite che ben presto ha finito col diventare la mia cifra stilistica” ci racconta.

“Disegnare con una matita una sagoma. Sospendere il pensiero. Prepararsi ad un gesto assoluto. Liberare la mente e la mano dall’angoscia dell’errore. Raggiungere una calma meditativa. Scegliere dei pennarelli indelebili perché ogni gesto sia irreversibile. La mia vaga intuizione si compie come da sola. Emergono geometrici intrichi, esplosioni di colori arginate. Faccio esperienza del limite”.

[Grazie a Sara Tamborrino per la collaborazione].