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Guè
Ritmo

“L’alternarsi di uno schema che si sviluppa in piani e segmenti, crea una scansione ritmica in cui il tratto deciso della linea nera attraversa i campi, come in uno spartito musicale. Si stabilisce così articolata in modo dinamico, una visione giocosa e un’unità espressiva, in sintonia con i criteri del linguaggio visuale richiesto”. Così ci scrive Guè (Marco Mangione), accompagnando il file che con grande piacere ospitiamo nella nostra galleria. Metodo, analisi, riflessione e precisione sono dei tratti caratteriali e professionali di Guè che possono essere compresi in modo deduttivo da queste poche righe. Il tutto accompagnato da empatia e leggerezza, che fanno di lui una persona con cui è molto piacevole collaborare.

Nato a Catania nel 1986, Guè è un artista visivo che lavora principalmente nello spazio pubblico.

Conosce l’ambiente del graffiti writing nei primi anni 2000, indagando e sperimentando sulle possibilità espressive che lo accosteranno all’arte urbana contemporanea.

La sua ricerca sviluppa un sistema di codici formali che seguono una determinata logica, un linguaggio segnico che ha le sue regole e propri canali di riferimento.
Una grammatica personale che si esprime in una visione sospesa, per suggerire universi possibili attraverso una figurazione che confina con l’astratto, partendo da uno sviluppo legato a caratteri e personaggi iconici che hanno accompagnato l’artista dall’inizio del suo percorso.

 

 

 

La scomposizione degli elementi è il risultato di una ricerca verso la sintesi che tende a manifestare vibrazioni positive e serene, verso la rappresentazione di uno spazio flessibile, un dialogo aperto con l’architettura e l’ambiente.

Il suo interesse sulle nuove potenzialità espressive della superficie, che da verticale diventa abitabile e percorribile, nelle ultime esperienze lo porta ad intervenire in diversi ambienti legati all’attività collettiva.

Impianti sportivi e aree ricreative sono gli spazi urbani dove sperimentare il movimento e l’attraversamento di uno spazio fruibile, per ottenere una visione variabile che si rigenera continuamente, come in una simulazione virtuale vissuta nello spazio reale.

Nel 2006, insieme al fratello Andrea Mangione, anche lui artista visivo, da vita al progetto Brevidistanze: un percorso evolutivo artistico determinante per il loro stile di vita, una riflessione sulle possibilità associative di diversi linguaggi proposti dai due artisti.

Nel 2013 fonda, insieme ad altri collaboratori, il progetto Ritmo, uno spazio espositivo con sede a Catania, atto alla divulgazione delle nuove tendenze contemporanee, dove svolge la funzione di direttore artistico.

Diversi suoi lavori, come Playground e Skatepark, hanno ottenuto il riconoscimento da parte di riviste e piattaforme dedite al design e all’architettura come Domus, Designboom, e Architectural Record.