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Il mix di architettura, graphic design, illustrazione piatta ed infografica di Federico Babina è assolutamente originale ed inedito.
Lui stesso ne parla in questi termini: “Sono nato con le illustrazioni delle favole, sono cresciuto con i tratti dei fumetti e sono maturato con il disegno d’architettura. L’illustrazione fa parte del mio mondo immaginato ed immaginario. Mi piace cercare di raccontare il mondo che vedo attraverso diverse tecniche espressive. Mi piace la ricchezza del linguaggio e la diversità delle sue forme. Il disegno, l’illustrazione e l’architettura sono per me dei modi per raccontare e fotografare i pensieri, i sentimenti e le emozioni. Alcune volte sono architetto con la passione per l’illustrazione ed altre sono un illustratore con la passione per l’architettura. Un architetto deve essere un buon illustratore. La capacità di una comunicazione visiva è uno strumento imprescindibile. Il disegno è la prima maniera di dare forma ad una idea. Le idee si scolpiscono, si modellano, si trasformano attraverso l’illustrazione”.
Riguardo ai poster, che compongono la mostra Archetipo“, dando vita ad una installazione, afferma: Un poster può essere un’opera d’arte, una pubblicità, una rappresentazione fedele; o tutte le cose insieme. Apprezzo questa sua capacità camaleontica”.
"Non sono mai stato attratto dalla fotografia che cattura il momento. E' il secondo sguardo che rileva il dettaglio. Mai il primo".
"Amo le immagini che mescolano il realismo con una certa dose di ambiguità. Dal mio passato di copywriter mi deriva la convinzione di poter usare la fotografia per unire aspetti artistici e commerciali".
"Preferisco la meditazione e il controllo sull'immagine che creo, con un risultato finale che si basa sul mio gusto estetico, sui principi di composizione e sull'uso del colore. Le immagini che mi incuriosiscono contengono sempre una sorta di piccola anomalia, un capriccio, anche minimo ed ermetico".
"Le mie fotografie sono racconti in piccola scala e spesso si focalizzano sulla relazione tra oggetti ed essere umani. I temi, le storie non provengono dal contesto quotidiano perché preferisco una verità estetica e rifiuto ogni tipo di idealizzazione".
“Amo visceralmente il colore e i miei riferimenti sono parzialmente vicini al pop.”
Maurizio Di Iorio